Storia e caratteristica di Brasilia
L’edificazione di Brasilia iniziò nel 1956, con l’arrivo nella zona di migliaia di operai provenienti da ogni parte del Paese che, sotto la direzione di qualificati professionisti, diedero avvio alla realizzazione dell’ambizioso progetto. La storia di Brasilia ha però radici più profonde: la prima proposta di spostare la capitale della Federazione dalla zona costiera al centro del Paese risale al 1981, durante il primo governo repubblicano. Da allora il progetto venne abbandonato, per essere ripreso, 70 anni più tardi, da J. Kubitschek, ex-governatore dello Stato del Minas Gerais, eletto Presidente nel 1956. Fu così che J. Kubitschek, mantenendo le promesse fatte nel corso della campagna elettorale, diede concretamente forma al progetto facendo edificare, all’interno dello Stato di Goiás, Brasilia, la città-utopia, la prima città ad essere pianificata a tavolino nel minimo dettaglio.
A questa realtà sperduta dovette adattarsi, non senza rinunce, il personale del macchinario amministrativo dello stato, costretto a trasferirsi in massa dalla vecchia capitale, Rio, città esuberante e vitale, al mondo freddo ed alienato di Brasilia. Tuttavia aspetti vantaggiosi quali l’efficacia dell’organizzazione, la funzionalità e l’assenza di rumori rappresentarono un adeguato contrappeso a questi problemi iniziali, che nel tempo vennero gradualmente superati. Al contrario non vennero risolti i problemi legati all’assorbimento della popolazione all’interno della città, troppo numerosa rispetto alla capacità insediativa pianificata: in base al progetto iniziale dell’architetto Oscar Niemeyer, Brasilia avrebbe dovuto assorbire anche le migliaia di operai che avevano preso parte alla sua edificazione, secondo un modello idealistico di convivenza armoniosa tra classi sociali. Questo tuttavia non si è verificato: la proprietà degli edifici più economici si è concentrata nelle mani della piccola borghesia impiegatizia, relegando gli operai nelle insignificanti città satellite che costellano Brasilia.
Forse l’approccio migliore per descrivere Brasilia è quello dall’alto, attraverso una visione aerea: la città ha la sagoma di un aeroplano, con il muso affondato nel grande lago artificiale creato apposta per mitigare il clima del luogo, talmente arido da provocare negli abitanti disturbi spesso persistenti. La fusoliera dell’aeroplano, che nella sua parte centrale prende il nome di Asse Monumentale (Eixo Monumental), accoglie gli edifici governativi e di rappresentanza, mentre le due ali ospitano le aree residenziali.
Il fulcro della vita politica e di rappresentanza della città è la Piazza dei Tre Poteri (Praça dos Três Poderes), capolavoro architettonico progettato da Oscar Niemeyer. Su di essa si affacciano gli edifici del Senato e della Camera dei Deputati, tra loro collegati da immense e suggestive "ciotole", l’edificio della Corte Suprema, la cui architettura estremamente lineare è arricchita da una sobria statua in acciaio, ed infine l’edificio del Governo (Palácio do Planato). A completamento della progettazione architettonica, vi sono vari richiami squisitamente artistici: la statua della Giustizia, l’originale testa di Kubitschek che si protende dalla facciata in marmo del Museu Histórico de Brasília, i due guerrieri in bronzo di Bruno Giorgi, il tocco umoristico, spesso biasimato, della piccionaia di cemento disegnata da Oscar Niemeyer, a forma di enorme molletta.
Opere di grande persuasione sono anche le chiese di Brasilia, nelle quali l’essenzialità delle linee e la rarefazione degli spazi interni si sposano perfettamente con la spiritualità, resa attraverso l’uso, studiato nei dettagli, di particolari materiali. Ne sono esempio la cupola a forma di corona di spine e gli interni realizzati con un’alternanza di vetrate blu e archi di cemento che animano la Cattedrale, facendone un’opera di grande impatto suggestivo.
La sensazione che accompagna il visitatore di Brasilia è quella di una città dove regna la noia. Ma non è così: in alcune zone la città è animata da ristoranti e localini deliziosi, mentre lungo le rive del lago è possibile assaggiare gustosi piatti di carne, ascoltando della buona musica. Eppure resta la sensazione che qualcosa manca: forse lo spessore, che si nutre di storia e tradizioni. Ciò nonostante il popolo brasiliano è orgoglioso della sua capitale. Espressione di un periodo di democrazia e ammodernamento, nonché simbolo di un Brasile proiettato al futuro, Brasília resta la testimonianza di un’utopia seducente e durevole.