Storia Brasile dal 1960 a oggi
Il Brasile, grazie al nuovo assetto politico, visse i decenni '60 e '70 sull’onda di una grande ripresa economica: i presidenti che portarono il Paese a questo stato di grazia furono J. Café Filho, J. Kubitschek e J. Quadros e J. Goulart; quest’ultimo, nel 1961, fu spodestato da un golpe ad operta del generale Castelo Branco.
Il Congresso federale del Brasile, nell’ottobre 1966, dichiarò il maresciallo Da Costa Silva nuovo presidente eletto. La presidenza della repubblica è tornata in mano ad esponenti civili solo nel 1985, anche se la rinnovata democrazia non mosse i primi passi molto felicemente dato che il presidente appena eletto morì improvvisamente; lo sostituì quindi José Sarney, l’allora vicepresidente. Sarney riuscì a far approvare dal Congresso un emendamento sulla costituzione per permettere l’elezione del presidente della repubblica usando il principio del suffragio universale.
Il nuovo governo formatosi ebbe come priorità quello di ristabilire l’equilibrio a livello sociale ed economico: tra le prime delibere spicca la riforma agraria, varata nell’autunno del 1985, che prevedeva in quattro anni la ridistribuzione alla popolazione di oltre 43 milioni di ettari di terreno di proprietà statale o di civili disinteressati; l’obiettivo era quello di costituire una frangia numerosa di piccoli imprenditori terrieri. Nonostante l’impegno profuso, però, il piano incontrò il fermo no del ceto latifondista, che difese le proprie idee anche con la forza.
Dopo lunghi periodi di buio e profonda inflazione, il Brasile è riuscito ad avviare il cosiddetto piano real, che ha generato un’importante stabilità sul profilo monetario ed economico, aiutando decisamente il Paese a rialzarsi dalla crisi.
Il Brasile si affaccia al nuovo millennio colmo di speranze e ottime prospettive, ma anche martoriato da problematiche eterogenee e squilibri sociali. Nel 2003, il popolo acclama a gran voce l’elezione del presidente in carica Lula, segnando l’inizio di un nuovo periodo per la nazione, ossia il termine delle discriminazioni sociali.
Proprio la figura del presidente Lula è il simbolo di questa nuova rinascita, che include prevalentemente la fine del regime di segregazionismo sociale che durava ormai da secoli. E’ importante notare come uno di popoli più multirazziali del pianeta subisse una forma di apartheid non razziale, ma opprimente sulle diverse classi sociali che compongono il Paese: miseria, povertà, fame, delinquenza, emarginazione, discriminazione. La speranza del Brasile è quella di concretizzare le sue potenzialità affermandosi come una delle massime potenze mondiali, e contemporanemente sollevare gli standard di vita della popolazione.